giuro che la mattina in cui mi sono deciso a riprendere in mano la penna grafica, prima di fare colazione e aprire il giornale, non avevo dubbi sul tono del post che annunciasse al web il mio essere ancora tra i vivi.
Poi ho letto per il 16esimo giorno, di Gaza e delle bombe e guardando il volto di quella donna in quella foto la penna ha disegnato per me.
Credo che quella terra e quella gente meriti di più che la nostra indifferenza.
Grande ritorno, Salem. Questo tipo di disegni sono fra i miei preferiti, come ti scrissi tanto tempo fa. Riuscire a coniugare disegno proprio e parola altrui è molto difficile, secondo me, e ci riesci molto bene, come per la serie di disegni con testo di Calvino. Meno male che sei tornato, i blog interessanti come il tuo sono sempre di meno e mò non sparire di nuovo, mi raccomando ;)
Vi ho messo in testa un articolo di Vittorio Arrigoni, attivista che tutt'ora vive nella striscia di Gaza. Leggetelo fino in fondo e capirete che il terrore travalica hamas e israele e come al solito chi c'e' dietro?
@ Bruko, cavolo, ti ringrazio moltissimo. Mi lusinghi. Cercherò, ora che respiro un po' di postare un più spesso, tentando di migliorare, di aprire nuovi punti di vista. Speriamo...
@ Pilù, Si, l'ho letto, tutto di un fiato, dal manifesto di martedì. E' carino come anche prefe lo citi nel suo attento e aggiornato blog.
Di certo, le barche di armi americane pronte a salpare per israele non sono nè le prime nè le ultime. Sappiamo bene chi passa tecnologie, bombe e tattiche agli israeliani, non si tratta nemmeno di un segreto di stato.
Quello che mi amareggia, Pilù, è l'indifferenza che si respira, il modo anormale in cui vengono conteggiati i morti.
oltre 920 civili palestinesi, contro i 4 (quattro!!!) israeliani. Il discorso che faccio, ovviamente, non è l'augurarmi che ve ne siano di più dalla parte ebrea per appianare i conti, è semplicemente il diverso peso che si da alle vittime.
I caduti occidentali non sono valutati in quanto morti, ma anche visti come comprova di un pericolo reale per noi che viviamo da questo lato del muro (muro reale purtroppo, oltre che mediatico). E allora un morto civile in israele vuol dire che da qualche parte, i reietti, gli emarginati, i non multimediamuniti, si stanno ribellando e sono in grado di ferirci. Come un gatto che gioca con il suo topo allora stringiamo la presa e rispediamo qualsiasi protesta al mittente.
Allora tutto è consentito ad un governo quando ci si sente vulnerabili. Lo dimostra Gaza oggi, lo ha dimostrato l'attacco alle torri, lo ha dimostrato George Orwell in 1984.
Finalmente sei tornato..e lo scritto del tuo compaesano da degna importanza al tuo toccante disegno.. Quella violenza non avrà mai fine..spero che i nostri ideali facciano altrettanto.. Ti abbraccio.. Chiara :)
Ciao Carms, ciao Vix e ciao a tutti quanti seguono questo blog. Ho appena letto l'articolo di Arrigoni, sono esterefatto da quanto raccontato, si chiede cosa fare, ma non esiste una ricetta per la pace, nè si conoscono gli ingredienti da miscelare o il fuoco su cui cucinare. Bisogna avere il coraggio dei propri pensieri, proprio quello che non manca certo a chi fa guerra. Credo che la pace è subdola e nella sua ipocrita ambiguità risiede il suo fallimento. Che l'odio sia più puro dell'amore?
Uno apre un blog o perché c'ha tanto tempo da perdere oppure perché è uno sfigato e non sa con chi parlare.
Certe volte mi sento in entrambe le categorie, altre volte in nessuna.
Boh, sarà che m'hanno detto che ci si cucca, con i blog.
...
Oppure sarà stata 'sta zanzara, che pure a dicembre è riuscita a pungermi e a svegliarmi.
In qualche modo è pure colpa sua se uno alle tre di notte si alza e apre un blog.
Oppure so certe cose che c'ho da dire da un po' e che non so dove tirare fuori, perché quando mi decido a farlo è sempre il momento in cui la gente c'ha le orecchie tappate, o non ha tempo, o deve correre appresso alle sue stronzate.
La gente vuole essere sempre da un'altra parte, in un luogo che non è mai l'attuale, ma il successivo.
Comunque, alla fine, pensandoci bene, sì, se proprio devo identificarmi in qualcosa, mi sento come 'sta zanzara a dicembre...
Una stranezza, 'na cosa buffa appiccicata su una carta da parati color cacarella...
8 commenti:
sei riapparso con malinconia...
bello il disegno.Complimenti.
Caro Prefe,
giuro che la mattina in cui mi sono deciso a riprendere in mano la penna grafica, prima di fare colazione e aprire il giornale, non avevo dubbi sul tono del post che annunciasse al web il mio essere ancora tra i vivi.
Poi ho letto per il 16esimo giorno, di Gaza e delle bombe e guardando il volto di quella donna in quella foto la penna ha disegnato per me.
Credo che quella terra e quella gente meriti di più che la nostra indifferenza.
Salem
Grande ritorno, Salem.
Questo tipo di disegni sono fra i miei preferiti, come ti scrissi tanto tempo fa.
Riuscire a coniugare disegno proprio e parola altrui è molto difficile, secondo me, e ci riesci molto bene, come per la serie di disegni con testo di Calvino.
Meno male che sei tornato, i blog interessanti come il tuo sono sempre di meno e mò non sparire di nuovo, mi raccomando ;)
http://www.globalproject.info/art-18569.html
Vi ho messo in testa un articolo di Vittorio Arrigoni, attivista che tutt'ora vive nella striscia di Gaza.
Leggetelo fino in fondo e capirete che il terrore travalica hamas e israele e come al solito chi c'e' dietro?
@ Bruko,
cavolo, ti ringrazio moltissimo. Mi lusinghi.
Cercherò, ora che respiro un po' di postare un più spesso, tentando di migliorare, di aprire nuovi punti di vista. Speriamo...
@ Pilù,
Si, l'ho letto, tutto di un fiato, dal manifesto di martedì.
E' carino come anche prefe lo citi nel suo attento e aggiornato blog.
Di certo, le barche di armi americane pronte a salpare per israele non sono nè le prime nè le ultime.
Sappiamo bene chi passa tecnologie, bombe e tattiche agli israeliani, non si tratta nemmeno di un segreto di stato.
Quello che mi amareggia, Pilù, è l'indifferenza che si respira, il modo anormale in cui vengono conteggiati i morti.
oltre 920 civili palestinesi, contro i 4 (quattro!!!) israeliani. Il discorso che faccio, ovviamente, non è l'augurarmi che ve ne siano di più dalla parte ebrea per appianare i conti, è semplicemente il diverso peso che si da alle vittime.
I caduti occidentali non sono valutati in quanto morti, ma anche visti come comprova di un pericolo reale per noi che viviamo da questo lato del muro (muro reale purtroppo, oltre che mediatico).
E allora un morto civile in israele vuol dire che da qualche parte, i reietti, gli emarginati, i non multimediamuniti, si stanno ribellando e sono in grado di ferirci.
Come un gatto che gioca con il suo topo allora stringiamo la presa e rispediamo qualsiasi protesta al mittente.
Allora tutto è consentito ad un governo quando ci si sente vulnerabili. Lo dimostra Gaza oggi, lo ha dimostrato l'attacco alle torri, lo ha dimostrato George Orwell in 1984.
Vix, ma com'ama fa?
Finalmente sei tornato..e lo scritto del tuo compaesano da degna importanza al tuo toccante disegno..
Quella violenza non avrà mai fine..spero che i nostri ideali facciano altrettanto..
Ti abbraccio..
Chiara :)
Ciao Carms, ciao Vix e ciao a tutti quanti seguono questo blog. Ho appena letto l'articolo di Arrigoni, sono esterefatto da quanto raccontato, si chiede cosa fare, ma non esiste una ricetta per la pace, nè si conoscono gli ingredienti da miscelare o il fuoco su cui cucinare.
Bisogna avere il coraggio dei propri pensieri, proprio quello che non manca certo a chi fa guerra. Credo che la pace è subdola e nella sua ipocrita ambiguità risiede il suo fallimento.
Che l'odio sia più puro dell'amore?
PIERROT
Caro Pierrot, credo che l'odio sia semplicemente più diretto e più facile della pace.
Il fato stesso di odiare presuppone già l'oggetto vittima dell'odio.
La pace invece è più diffusiva, non ha infatti un oggetto su cui posarsi. E' per questo molto più difficile perseguire la pace che adottare l'odio.
N'abbraccio
Salem
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