A vederli sono solo dei coglioni.
A vedere le percentuali t'accorgi che i coglioni sono proprio tanti.
E' il brivido nero del restauro.
Alemanno, uno che gira con una croce celtica attaccata al collo, sindaco di Roma.
Schifani, uno uomo che fa talmente tanto schifo che gli è tracimato persino nel nome, presidente del senato.
Ora ci manca solo che fanno Rauti presidente della Repubblica e dell'Utri ministro di giustizia.
Poi mi metto sulle alpi con martello e scalpello e stacco l'Italia dall'Europa sperando che vada alla deriva e si schianti contro la Tunisia. Magari beccando in pieno Hammamet e la tomba dell'amicone del nano.
Se proprio si deve colare a picco, almeno preferisco che lo si faccia con stile.
martedì, aprile 29, 2008
post-sballottaggio
sabato, aprile 26, 2008
Exit polli
Dai miei exit poll, Berlusconi percentualmente si colloca tra la lista del movimento per l'autonomia del parcheggio del Crai e quella per l'abbattimento del colosseo per farci un nuovo parcheggio.
Del Crai.
In poche parole si sta sviluppando di nuovo quel fenomeno per il quale dei 35% degli italiani che votano per Berlusconi, solo uno sparuto nugolo di esaltati dicono di averlo votato.
E davanti al classico berlusconiano trattengo a fatica le risate, lo giuro. Poveraccio si vergogna come un ladro e si nasconde tra le parole.
E' un po' come chi ti dice:"Premesso che non sono razzista, io mi chiedo che cazzo ci vengono a fare 'sti zozzi negri nel nostro paese a fregarci il lavoro, che già non c'è per noi, e poi si ritrovano a rubare e stuprare le nostre giovani balilla!"
E così succede con il berlusconiano tipico.
Non ti dice:"ho votato per Silvio Berlusconi". Ti dice:"Beh, io non credo che sti quattro comunisti con le barche possano condurre un paese come uno che da anni fa l'imprenditore con successo" e ti guarda come per cercare in te l'approvazione del complice.
Ecco, un paese che si vergogna di chi lo governa, ma lo vota lo stesso, o è in un regime di dittatura militare armata e cattivissima, oppure è stato lobotomizzato a colpi di grande fratello.
Per inciso, non ho mai guardato il grande fratello e ho votato il partito per l'autonomia del parcheggio del Crai.
mercoledì, aprile 23, 2008
Questi so pazzi!
Questa vignetta è stata pubblicata su http://www.ilbenecomune.net/ a fianco ad una di Vauro.
Ancora non ci credo.
Forse è solo uno scherzo, forse l'ho sognata... forse boh, si so ammattiti tutti.
Salem
PS. Nella home, sopra la foto, trovate dei pulsantini... uno è home una è la vignetta di Vauro e l'altro, vignetta2 sono io.
venerdì, aprile 18, 2008
Il millenario di una zanzara a dicembre
Perchè è un bravo ragazzo, perchè è un bravo ragazzo,
perchè è un bravo ragazzoooo...
Ok, vabbuò, 1000 contatti non so niente, ma che cazzo, uno ogni tanto deve pure festeggiare no?
...
pe pe pepepepeee
pe pe pepepepeee
peppeeee
giovedì, aprile 17, 2008
Post-elettorale 4
Il mio gastroenterologo mi ha firmato un impegnativa per lo psicologo dell'USL.
Il mio gastroenterologo dice che sono solo travasi di bile.
...
Secondo me, invece, è colpa della lega.
Semplicemente quando vedo Calderoli il mio corpo, spontaneamente, secerne muco verde. Perché le mie ghiandole cercano sempre un certo rigore cromatico.
Anche nello sputo.
martedì, aprile 15, 2008
Post-elettorale 3
Stamane, sul treno, per leggere il giornale mi ci sono volute tre bustine di Malox.
Per fortuna, ho intrattenuto 20 minuti di importante conversazione con una suora che mi diceva che solo la fede può migliorare questo paese.
Come a dire che piove sempre sul cane rognoso bagnato, a cui aveva attraversato la strada un gatto nero reo di aver appena lasciato lo zampino su una fetta di lardo della festa della lega a Pedavena.
...
Cose così.
...
dimmerda.
lunedì, aprile 14, 2008
Post-elettorale 2
Bertinotti fa mea culpa da Vespa.
Fassino piange.
Berlusconi ride.
...
E Bossi...
...
Beh, Bossi... biascica.
Nonostante abbia vinto il centro destra, a me sembra un po' tutto troppo sinistro.
post-elettorale 1
Maporcazoccolaladrabastarda.
Ce l'avevo la battuta per questo post, ma poi ti apro repubblica e li vedo sorridere, il nano con l'amico boccastorta.
E non mi viene più niente da ridere mo...
...sing!
venerdì, aprile 11, 2008
Un attimo
Non è vero proprio un cazzo. Non ti passa proprio niente davanti. I tuoi cari, la tua vita. Niente.
Non è vero per un cazzo che ti rivedi bambino o quando giocavi in bici che venne a piovere che era estate e fece quel grosso fulmine a squarciare il cornicione della casa di zio o quella volta a tredici anni che quella te l'ha lasciata toccare con le mani nelle mutande. Niente. Assolutamente, niente.
E non è vero nemmeno che ti rivedi uscire di casa, aprire il garage, tirare fuori l'automobile, fare un cenno a tuo papà.
Non è vero proprio una mazza di quello che dicono. Almeno per me. S'intende.
Cerchi solo mentalmente di vedere se ce la farai, se ancora c'è un piccolo spazio di frenata, se magari a sterzare o accelerare un pochino o magari scalare di colpo.
Solo quello e basta. Giuro.
Ma che la scena la vedi a rallentatore, quello sì. Quello è vero.
Stasera quella macchina verde, che sbandava in curva, a vederla, era lenta, lentissima. Sbandava, sì, ma con calma. Strusciava piano, di sbiego, i suoi copertoni sull'asfalto viscido di pioggia, e mi veniva contro.
L'ho vista ruotare sul perno non perno delle ruote, come ballasse un valzer suonato da una orchestra di addormentati.
A vederla inesorabile varcare il centro della strada, con traietoria perfetta, t'accorgi che, seppur ogni millisecondo ti pare vecchio e lungo e stanco, i tuoi riflessi sono come le menzogne. Non seguono quello che dici, seguono gli eventi. E basta.
Allora no, che non ci pensi. A quando c'avevi la febbre che tua mamma ti portava il tè caldo. Ai tuoi amici, che ti hanno lasciato o che lascerai. Non ce la fai a pensare agli affetti tuoi.
Senti solo l'incredulità di non poter fare un emerito cazzo.
E non ci credi, non lo puoi credere, che quella macchina, possa essere vera e dura. E che sia talmente vicina da percepire nitidissime le venature che i fari fanno sulla carrozzeria lucidata dalla pioggia.
Non lo credi finchè arriva il botto.
Ed è come quando al cinema si sfasciava la pellicola, succedeva all'improvviso, nel bel mezzo di un inseguimento tra ladri e polizia o di un dialogo tra innamorati o di un piano sequenza. E proprio così, come nulla d'annunciato.
Contraddizione inspiegabile.
All'improvviso.
SPATCH.
Secco e duro. Ma come lontano un miglio.
Lamiere che s'accartocciano, la pioggia di vetri, e il tuo corpo, che, appeso alla cintura, non pago cerca di continuare il suo moto e si ritrova in un abbraccio di nylon e kevlar.
POM.
E lo senti sul naso - è un microsecondo dopo, o una vita fa, chi può dirlo - l'airbag che ti schiaffeggia e allo stesso tempo ti salva.
Sacrificando se stesso, esplode.
Poi...
...
...poi c'è quel
SILENZIO.
Non so dire quanto ne sia passato, interrotto solo dal ticchettare del ferro che si lamenta raffreddandosi. Non lo so quantificare. Ma so che ad un certo punto quel silenzio s'è rotto e che è stata la mia voce a farlo.
"O, E', stai bene?"
Sapere che anche lei, affianco a me, ha vissuto il suo film a rallenty.
Sapere che non c'è modo di conoscerne il titolo.
Sapere che entrambe lo racconteremo. Domani. Ma ognuno a modo suo.
Sapute queste tre cose, stasera, sono uscito da quell'automobile. E l'ho fatto su queste diavolo di gambe.
Smilze, corte, bianchiccie, ma salde.
Certe volte si ha culo nella sfiga.
O almeno mi piace pensarla così.
Nota di servizio
L'ho voluto raccontare qui, il mio botto.
Non mi sono fatto veramente nulla. Ringraziando Dio o la mia oramai poverbiale guida flemmatica.
E' che mo mi ritrovo una grana in più e un macchina in meno (per il momento spero). E pensare che erano secoli che non guidavo... vabè...
Cioè, sembra che anche il ragazzo, quello che guidava la macchina verde senza la quale io a quest'ora starei ancora facendo bisbocce, non si sia poi fatto malissimo. Anche se lui, una notte in ospedale se la farà.
Insomma, fatto è che continua la striscia di sfiga paurosa.
Se mi incontrate, mi raccomando, grattatevi.
mercoledì, aprile 09, 2008
Ma quant'è bella
E' blu.
C'ha la lucina davanti con la dinamo. E funziona!
C'ha il cambio a 4 velocità.
C'ha due parafanghi. Uno di dietro e uno davanti.
C'ha pure il copri catena per non farti zozzare i pantaloni.
C'ha i catarifrangentini dietro e ai pedali.
C'ha il cambio di quelli al manubrio che giri la manovella. Mica quelli che devi fa col pollice.
C'ha , undite udite, il campanello con sopra scritto Atala! Fa un solo TLIN. Ma lo fa.
...
La domanda ora è:
Quanto ci metteranno a fottermi tutta sta roba?
Si accettano scommesse.
UPDATE
Ieri sera quel brigante di un Vix è riuscito a farne tre consecutivi di TLIN...
... standing ovation...
Tra meno di una settimana
Camminare per strada è diventata ormai una impresa ardua.
Cioè mi fanno impressione!
I manifesti elettorali, dico. Ce ne sono talmente tanti attaccati uno sull'altro che ho visto pali di ferro piegarsi sotto il peso di tutta quella carta e colla. Si sono talmente inspessiti che sui marciapiedi non si passa più.
Poi tutte ste facce che ti guardano, ti fissano, ti sorridono. Che cazzo ridi, vorrei dirgli. C'è percaso qualcosa cui vale la pena sorridere in Italia?
Beh, riflettendoci sopra, sì.
Tra Berlusconi che chiede di fare test psichiatrici ai PM, Dell'Utri che dice che nei libri di storia ci sono troppi riferimenti alla resistenza (forse avrà letto qualche trattato di elettrotecnica...), "yes we can" e il gazebo di Alemanno proprio sotto casa mia, ci sarebbe proprio da piegarsi in due dalle risate. Cioè, cazzo è come se lo Zelig si fosse trasferito sul TG.
Ma a me, chissà perché, quando ci passo vicino, al gazebo di Alemanno, non mi viene mica poi tanto da ridere.
Anche perchè se vince il nano col riporto, 'sto giro ci toccherà tesserarci tutti a mediaset premium e tifare Milan.
Per legge.
mercoledì, aprile 02, 2008
Zobeide
Riprendo un disegno che ho fatto su carta. Mi domandavo come venisse ridipinto in digitale. Il risultato è Zobeide. Città incantevole... se non fosse che l'ho disegnata io.
Di la', dopo sei giorni e sette notti, l'uomo arriva a Zobeide città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su sé stesse come in un gomitolo. Questo si racconta della sua fondazione: uomini di nazioni diverse ebbero un sogno uguale, videro una donna correre di notte per una città sconosciuta, da dietro, coi capelli lunghi, ed era nuda.